La Giornata Mondiale dell’Ambiente celebra la “Generation Restoration”
5 giugno 2024
Il 5 giugno è stata designata dalle Nazioni Unite come la Giornata Mondiale dell’Ambiente: un appuntamento annuale che porta l’attenzione all’importanza di proteggere e tutelare il nostro ecosistema. Dedicata per questo anno alla “Generation Restoration”, ossia la generazione chiamata a ripristinare e recuperare gli ecosistemi in pericolo, questa giornata ci ricorda l’importanza di agire con piccoli ma costanti passi per proteggere il benessere e lo sviluppo economico in tutto il mondo.
Come ogni anno, anche nel 2024 la Giornata Mondiale dell’Ambiente è stata dedicata a un tema specifico, ossia il ripristino degli ecosistemi, con l’obiettivo di unire in un fil rouge le celebrazioni e le attività organizzate in tutto il mondo mondo. L'attenzione va quindi a quanto sia importante impegnarsi per rigenerare e riparare gli ecosistemi danneggiati, donando loro un nuovo equilibrio che vada oltre l'impatto negativo causato da fattori antropici e dagli effetti del surriscaldamento globale.
L’obiettivo della giornata è renderci più consapevoli di quanto gli ecosistemi siano cruciali nel mitigare l’impatto del cambiamento climatico. Ci aiutano a garantire la sicurezza alimentare, dell’acqua e a salvaguardare la biodiversità, e possono essere essi stessi soluzioni naturali utili a contrastare gli effetti avversi della crisi climatica.
Per il decennio 2021-2030, le Nazioni Unite hanno identificato alcuni principi fondamentali che dovranno guidare il processo di recupero degli ecosistemi: tra questi vi è anche la promozione e realizzazione di sistemi economici e produttivi più sostenibili, che dovranno essere supportati da un processo di transizione energetica sempre più efficace, accessibile e condiviso.
Come leader della transizione energetica, ENGIE pone la sostenibilità al centro della propria mission di decarbonizzazione. Per accompagnare individui, aziende, città, istituzioni nella presa di consapevolezza del ruolo che ciascuno di noi può avere per la salvaguardia del Pianeta, abbiamo deciso di affrontare il tema della Transizione Energetica da più punti di vista, con l’obiettivo di identificare le sfide e le opportunità che potranno rendere più semplice questo percorso.
A inizio 2024 il Gruppo ENGIE e Fondazione Jean-Jaurès hanno condotto un’indagine relativamente all’opinione dei cittadini europei sui temi della transizione energetica. Il sondaggio, condotto con CSA, ha mostrato alcuni elementi positivi: 9 cittadini europei su 10 desiderano che la transizione continui e per il 64% del campione questo si è già tradotto in azioni concrete volte a ridurre il proprio impatto ambientale: un dato che segnala che questa presa di consapevolezza verso l’ambiente è in atto, ma che deve continuare a coinvolgere sempre più persone per essere efficace. Se per il 45% degli intervistati accelerare questo percorso sarà qualcosa da fare con cautela, oltre la metà degli under35 si dichiara preoccupata rispetto alla possibilità che questo si arresti. Dall’ascolto dei cittadini europei emerge che, dopo i governi, sono proprio i grandi gruppi specializzati nel campo dell’energia coloro che dovranno guidare la transizione energetica e che potranno quindi giocare un ruolo tracciando un percorso e dimostrandone la fattibilità.
Per tracciare una fotografia dello stato di avanzamento dell’Italia rispetto al raggiungimento degli obiettivi italiani ed europei di decarbonizzazione, ENGIE Italia ha realizzato con il Politecnico di Milano lo studio “Roadmap 2030: Scenari e indicazioni di policy alla luce dei nuovi target di decarbonizzazione”.
Dall’analisi emerge come, sebbene i target UE e del PNIEC siano ancora raggiungibili, sarà necessaria una forte accelerazione nel loro perseguimento per poter essere efficaci. Ad esempio, se dal 2005 al 2022 l’Italia ha ridotto del 30% le proprie emissioni di CO2, per arrivare ai livelli fissati dall’UE sarebbe necessaria una riduzione di oltre il 50% rispetto ai livelli del 2005. Tuttavia, se lo scenario evolvesse secondo i trend attuali, nel 2030 arriveremmo a una riduzione pari solo all’11% rispetto al 2022. Dovrebbe essere invece 2.5 volte superiore per colpire gli obiettivi del PNIEC e 1.2 volte superiore per colpire quelli europei.
Ancora una volta, la nostra generazione emerge come quella che può fare la differenza per il futuro del nostro pianeta. Per raggiungere questo scopo saranno fondamentali direttrici di sviluppo quali le rinnovabili, l’efficienza energetica e un quadro normativo che indirizzi queste sfide, permettendoci di rendere la nostra azione efficace per una crescita sostenibile, armoniosa, che metta la tutela delle persone e del Pianeta al centro.